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Lui & Lei

Scoprendo Mari 2


di Rave74
10.09.2024    |    41    |    1 8.0
"Mi sfilò il cazzo dai pantaloni e cominciò ad accarezzarlo..."
... Seguito di "Scoprendo Mari".

I lampioni illuminavano la statale per diversi chilometri fuori dalla città. Mentre guidavo andando ad una velocità abbastanza sotto i limiti sentivo la mano di Mari che si insinuava dentro i pantaloni. Notai con la coda dell' occhio che che aveva il viso rivolto verso me. Ogni tanto mi giravo e la guardavo negli occhi. Mi sfilò il cazzo dai pantaloni e cominciò ad accarezzarlo. Mi voltai verso di lei un'ennesima volta e vidi che stava guardando verso la macchina che ci seguiva: i fari le illuminavano il viso. Senza staccare lo sguardo si abbassò lentamente portando la sua bocca sul mio cazzo: lo leccò diverse volte e poi iniziò un pompino. Prima lentamente e poi iniziò a succhiarlo con sempre più foga Non era mai successo prima ma mi resi conto che mi stava scopando il cazzo con la bocca: quando riusciva a portarselo fino alla gola si sollevava e guardava ancora le macchine che ci seguivano. e poi di nuovo giù a succhiare con foia sempre maggiore. Era evidente che questa cosa la eccitava tantissimo. Ad un certo punto allungai la mano verso la sua fica e la trovai completamente fradicia: come la toccai fece un sussulto e la sentii sussurrare "E' pronta per il tuo cazzetto, amore però ancora non la puoi scopare".
Ad un certo punto mi fermai in una piazzola e le dissi che me la volevo scopare lì lungo la strada, sul cofano della macchina. "Non è ancora tempo ma mi hai fatto venire un'idea: adesso scendiamo dalla macchina, io mi piego sul cofano, mi appoggio e tu mi sollevi la gonna. Poi ti abbassi e mi lecchi finché non mi fai godere."
Disse questa cosa con quel suo nuovo tono da troia. La leccai per un quarto d'ora abbondante mentre le macchine sfrecciavano a pochi metri da noi. Quando arrivò al culmine, mentre la scopavo con tre dita e le leccavo il clitoride, la sentii tremare ed irrigidirsi: mentre un fiotto dei suoi umori mi si spiaccicava sul viso urlò per sfogare tutto il suo orgasmo. Mi sollevai e vidi il suo viso stravolto da respiri veloci e affannati. "Guarda cosa mi fai diventare quando mi stuzzichi" sussurrò quasi a fatica "ammettilo che non immaginavi che potessi diventare così maiala". La guardai con ancora più voglia di scoparla: le palle cominciavano a farmi male.
Mari, una volta ripresasi, si sollevò dal cofano della macchina: si avvicinò e leccò dal mio viso i suoi umori e poi mi baciò con passione."Stanotte sarò la tua troia e voglio che mi scopi correndo il rischio che qualcuno ci possa vedere: ho in mente un paio di cose che ci faranno felici. Andiamo dai che ho voglia che mi scopi come una vacca stanotte."
Partimmo ed arrivammo verso le 23:30. Parcheggiai nel cortile e Mari si fermò mentre ci dirigevamo verso la scala che portava al primo piano dove vivevo io: al piano terra viveva una coppia di sposini. Mi prese per mano e mi portò davanti alla finestra del loro bagno: mi slacciò i pantaloni, me li abbassò e mi fece sedere sul gradino di un piccolo piano rialzato. Si girò di spalle e dopo essersi sollevata la gonna si sedette sul mio cazzo duro. Lo fece scivolare senza la minima fatica per quanto era bagnata fradicia. Era una situazione molto rischiosa: i vicini erano ancora svegli ed in qualsiasi momento chiunque avrebbe potuto vederci mentre scopavamo come animali, senza alcun pudore. Mari mi scopò per non so quanti minuti: ogni tanto si girava e mi guardava con quegli occhi languidi e pieni di voglia: si passava la lingua sulle labbra e mi baciava con passione. Ad un certo punto si fermò e si alzò lentamente. Mi disse di alzarmi e quando fui in piedi, prendendomi il cazzo mi tirò per condurmi verso le scale. Cercai di sollevarmi i pantaloni per non inciampare. Mi portava con se come un cagnolino ed il mio cazzo era il guinzaglio. Arrivati al pianerottolo aprii il portoncino e feci entrare Mari: andò verso la cucina per accendere la luce del pensile e mi disse di non chiudere il portoncino. Tornò poi mentre si abbassava la zip laterale della gonna: si appoggiò al muro con le spalle e fece scivolare la gonna sul pavimento per poi passare a sbottonarsi la camicetta dalla quale intravidi i capezzoli perchè aveva evitato anche di mettersi il reggiseno: era di una sensualità sconvolgente con quell'atteggiamento da porca. Mi stava facendo impazzire. Mi avvicinai a lei ed iniziammo a baciarci con una passione oramai senza più freni. Mari prese il cazzo in mano e lo portò tra le sue cosce: glielo sfregavo sulla figa che grondava umori di voglia e ogni tanto riuscivo a farlo entrare dentro nonostante fossimo in piedi. Continuammo a pomiciare finchè Mari prese di nuovo il controllo della situazione. Mi staccò da lei spingendomi e dicendo:
"Adesso voglio che mi scopi sul pianerottolo, come una cagna"
"Ma sei matta?" le chiesi "A quest'ora il dirimpettaio porta il cane a fare i bisogni"
E mentre prendeva il mio cazzo in mano e mi tirava verso il portoncino sussurrò:
"Anche io adesso porto il mio cagnolino a fare i suoi bisogni... ed anche i miei... Se poi il vicino dovesse vederci pazienza: potrà vedere quanto il suo dirimpettaio e la sua ragazza sono maiali."
Uscimmo sul pianerottolo e Mari si poggiò con i gomiti sul muretto del balconcino. Fortunatamente non era una ringhiera altrimenti il vicino che di lì a poco usci per la passeggiata canina avrebbe potuto godersi quello spettacolo fantastico di lei che si faceva scopare. E devo essere onesto: questa cosa, per quanto mi spaventasse, aumentava la mia grande eccitazione. Entrai nella sua figa senza tanti complimenti ed iniziai a scoparla come non avevo mai fatto prima: lei era felice e appagata. Finalmente mi aveva rivelato le sue tendenze da esibizionista e questa cosa piaceva anche a me. Il suo seno dondolava sotto i miei colpi in modo osceno e Mari ogni tanto se lo stringeva con la mano. Le accarezzavo il culo e le passavo il pollice tra le natiche sfiorando il suo buchino proibito. Lo bagnai portando i suoi umori e Mari mi chiese di non fermarmi come le altre volte. Allora sputai sul suo ano e lo massaggiai lentamente con il pollice che piano piano scomparve nel suo orifizio. Non potevo resistere a lungo: anche Mari stava per arrivare al culmine. Mentre si portava la mano alla bocca per ammutolire il suo orgasmo e si girava verso di me per guardarmi venire le diedi gli ultimi colpi e poi uscii dalla sua figa fradicia per inondare la sua camicetta di sborra: alcuni schizzi arrivarono sui suoi capelli e sulla faccia tanta era la potenza.
La feci sollevare dal muretto e la portai a me. Ci abbracciammo stretti, mezzi nudi e senza alcun pudore: le tolsi con l'indice gli schizzi di sborra che aveva sul viso. Volle assaggiarne il sapore e mi succhiò il dito.
"Mi piace il tuo sapore... la prossima volta voglio berlo direttamente dal tuo cazzetto" disse sorridendomi con malizia.

Le diedi un bacio sulle labbra e le dissi: "Andiamo a dormire sporcacciona"....

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